Per il Washington Post i cambiamenti climatici “riducono i raccolti agricoli”, ma in realtà succede il contrario

Il 18 settembre il Washington Post ha pubblicato un articolo dal titolo: “ Il cambiamento climatico sta distruggendo la produzione agricola. Con un piccolo aiuto, gli agricoltori possono aggiustarlo “. In realtà, i dati del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti mostrano che i raccolti stanno stabilendo nuovi record quasi ogni anno, mentre la Terra continua il suo modesto riscaldamento. L’unica cosa che è distrutta risulta essere la verità a spese del Washington Post .

Lavoro quindi sono

Il cambiamento nelle nostre vite iniziato il 9 marzo 2020 sembra toccare situazioni che nessuno avrebbe potuto immaginare solo pochi mesi fa, al brindisi d’inizio anno. Stiamo subendo un tale terremoto, che, per certi versi è paragonabile alle conseguenze delle guerre del novecento. Tuttavia, in questo caso, non c’è stata nessuna bomba, ne devastazione, ma tanti morti, due mesi di barricamento dentro le nostre case e per tanti il lavoro è letteralmente sparito dall’oggi al domani. Dicono che il dopo lockdown sarà diverso dal prima, ma ora la lettura è in chiave tutta negativa: manca il lavoro, non solo in Italia, ma anche in tutta Europa e paurosamente negli USA, con più di 30 milioni di disoccupati. Proprio da qui può essere interessante ripensare al concetto di lavoro, sviscerandolo fino all’essenza stessa della parola. E’ un’attività del tutto umana, che appare e poi scompare in continuazione, ma nel corso della storia ha assunto mille sfumature ed accezioni anche dimenticate.

La bufala dei 15000 litri di acqua per kg di carne bovina

Oggi, come tanti italiani, abbiamo bevuto l’urina di Giulio Cesare! Si stima che il famoso condottiero romano, nei suoi 63 anni di vita, ha eliminato oltre trenta tonnellate di urina, quasi tutte finite teoricamente nel bacino del Mediterraneo. Qui, secondo alcuni studi, il ciclo di rimescolamento delle molecole dell’acqua si completa ogni duemila anni. Ecco spiegato l’incipit iniziale. In teoria in ogni litro d’acqua del Mediterraneo, e perché no, anche in quella che beviamo, è teoricamente presente qualche molecola dell’acqua contenuta nelle urine di Giulio Cesare. Si, perché l’acqua non si consuma, ma si ricicla e si riutilizza in un ciclo, di fatto, infinito. Pertanto l’acqua che cade ad esempio su un pascolo è usata prima dalle erbe per crescere, poi attraverso queste passa agli animali che pascolano e che la restituiscono con le feci e le urine, che concimano il terreno, in un rinnovato ciclo della stessa acqua. E’ di fatto un approccio discutibile quello di confondere i diversi passaggi di quest’acqua annoverandoli tutti sotto la voce  “consumo” e sommando tra loro le diverse fasi del ciclo dell’acqua in un dato ecosistema. Inoltre, ragionando di acqua, è utile distinguerla secondo queste diverse tipologie: l’acqua blu delle falde e dei corpi idrici, acqua verde piovana e/o traspirata dal terreno durante la crescita delle colture e acqua grigia necessaria per diluire e depurare gli scarichi idrici di trasformazione.

Report, Bresaola, allevamenti intensivi e gli Zebù (che non sono Zebre)

Nella recente trasmissione di Report, Siamo nella ca…, si è parlato degli allevamenti intensivi in pianura Padana, indicandoli come i principali responsabili dell’inquinamento e della diffusione del COVID19. Ci hanno anche raccontato del “problema” Bresaola, una produzione caratteristica IGP Italiana, della Valtellina, notoriamente fatta con carne di Zebù importata dal Brasile. Quale relazione c’è tra le due denunce?

PM10 e COVID19, ALLA RICERCA DEL CAPRO ESPIATORIO

Certo che i media sono incredibili: hanno la capacità in un attimo, nel bene o nel male di diffondere “verità” indiscutibili, ma spesso con metodiche opache. Prendi ad esempio l’ultima questione posta all’attenzione dell’opinione pubblica: la presunta correlazione tra infezione COVID19, il particolato atmosferico PM10 e gli allevamenti in pianura Padana. E’ stato facile creare un nesso di causa effetto, dove l’allevamento è il “capro espiatorio”, cioè la clamorosa causa della pandemia in Italia. E’ facile altrettanto fare ipotesi altisonanti, ammantate da una qualche firma autorevole di professori universitari e qualche medico e il gioco è fatto. Il colpevole è servito sul programma di grande tiratura come Report di ieri sera (13/04/20), che si appoggia come fonte scientifica su un recente studio pubblicato da  Società Italiana medicina per l’ambiente. Prima di fare considerazioni sull’opportunità o meno di queste ipotesi, è senza dubbio giusto provare a verificare la fondatezza dello studio e della tesi. Se fosse vero, di fronte ad una pandemia tale, non sarebbe giustificato alcun tentennamento. Ma se fosse tutta una montatura, risulterebbe anche criminale.

Reddito di Base Universale, altro che Austerità!

I danni sociali ed economici conseguenti alla pandemia da COVID-19  manifestano l’insostenibilità del sistema economico in cui viviamo. La sostanza dell’attuale stallo verificatosi nelle istituzioni europee, consiste in due diverse prospettive che riguardano il futuro dei principi economici europei. Da una parte ci sono le richieste di una decina di Paesi, tra cui l’italia, che vorrebbero combattere la crisi con il sostegno economico da parte dello Stato direttamente ai cittadini. Dall’altra ci sono Paesi come la Germania, che sono legati al mito neoliberista dell’austerità, quale  strumento di governo dell’economia, che vede nel libero mercato la garanzia della realizzazione economica delle persone. Tuttavia è’ facile immaginare che nell’immediato futuro, senza ampi interventi di sostegno all’economia si amplierà di molto la povertà e la disuguaglianza economica e sociale. Questo però, può essere anche il momento storico nel quale cercare d’immaginare nuove soluzioni e di cambiare la prospettiva, provando ad immaginare un diverso sistema economico, che vada proprio nella direzione opposta. Il Reddito di Base Universale (RBU o Basic Income) è un’entrata pagata dallo Stato ad ogni residente, indipendentemente dalle sue risorse, dalla sua situazione famigliare, lavorativa, o dalla sua disponibilità al lavoro. A differenza o, per meglio dire, un passo oltre il concetto del reddito di cittadinanza, è un reddito pagato in anticipo, senza chiedere se sei povero o ricco, senza dover dare qualcosa in cambio. E’ un’assegnazione incondizionata di denaro a tutte le persone per il solo fatto di essere nate.

Cosa farebbe Roosevelt?

Il governo degli Stati Uniti dovrebbe fare tutto il possibile per mitigare le ricadute economiche di COVID-19, non solo erogando denaro a tutte le famiglie, ma anche introducendo misure che garantiscono un lavoro federale e molte altre politiche attese da tempo. Dopotutto, per un governo autofinanziato, il denaro non è un oggetto.

NEW YORK – La ricaduta della pandemia di coronavirus non sarà nulla di simile a quella della crisi finanziaria del 2008, né si otterrà una ripresa a forma di V attraverso lo stimolo convenzionale, nemmeno con uno stimolo convenzionale davvero massiccio. Siamo in guerra con COVID-19 e, in tempo di guerra, la produzione civile si ferma e l’unico lavoro necessario è lo sforzo bellico stesso.

Spagna, una nuova legge regola i prezzi agricoli

Nelle ultime settimane, lo scenario di molte città spagnole ha visto scendere in piazza migliaia di agricoltori, sostenuti dalle associazioni del settore, con blocchi del traffico delle principali arterie del Paese. La protesta era contro prezzi di vendita troppo bassi costi di produzione insostenibili.
Preoccupato che la situazione potesse degenerare e constatata la fondatezza delle richieste da parte degli agricoltori, il Governo spagnolo ha premuto il piede sull’acceleratore. La scorsa settimana ha approvato una legge ad effetto immediato per la protezione dei produttori agricoli. Il decreto reale stabilisce multe fino a 1 milione di euro a tutti quei rivenditori al dettaglio e catene commerciali (GDO) che commercializzano prodotti agricoli con prezzi inferiori ai costi di produzione. Questa stessa situazione di crisi non colpisce solo gli agricoltori Spagnoli, ma anche Italiani, Tedeschi e di tutti i Paesi UE. L’dea alla base della normativa è piuttosto semplice: riconoscere un preciso costo di produzione e fare valere la regola che in qualsiasi contrattazione del prezzo, quanto riconosciuto al produttore non possa essere inferiore al suo costo di produzione medio.

Lo yogurt di produzione agricola al Concorso Nazionale Agri Yogurt

In occasione della recente edizione di FIERAGRICOLA di Verona (29 gennaio-01 febbraio 2020), col patrocinio del MIPAF, in collaborazione con Bevilatte agenzia di servizi per l’agricoltura, Accademia Italiana del Latte, FDstore e con il patrocinio dell’Ordine Dottori Agronomi Dottori Forestali di Brescia, si è svolta la decima edizione del Concorso Nazionale Agri Yogurt Italia, riservato ad Aziende Agricole, Caseifici Sociali e Produttori Artigianali.

Declinati sotto le sue varie tipologie di latte d’origine, al Concorso Agri Yogurt sono stati assaggiati da competenti giudici ben 102 prodotti provenienti da tutta Italia. Tutti yogurt “bianchi” naturali senza aggiunta di sapori, tra i numerosissimi vaccini, c’erano poi quelli da latte di capra, perfino di bufala e, novità di questa decima edizione, yogurt da latte ovino.

Impianto Biovoltaico, il modello perfetto di economia circolare

Col termine di impianto Biovoltaico intendo definire un impianto a biogas, che, in una logica di energia circolare, funziona esclusivamente senza l’utilizzo di biomasse vegetali, ma solo con reflui zootecnici, preferibilmente provenienti da allevamenti di vacche da latte. E’ quindi un piccolo impianto con una potenza cogenerativa difficilmente superiore a 100 kWe e che di fatto funziona in modo del tutto automatizzato. Il termine biovoltaico infatti riprende idealmente due concetti precisi delle energie rinnovabili.  Quello del fotovoltaico, che tramite l’energia solare (Photos) produce energia elettrica (Volt), in maniera del tutto passiva e senza intervento dell’uomo. Nel caso invece del biovoltaico, l’energia si produce dalla parziale trasformazione di materiale organico biologico (Bio) a gas e successiva trasformazione in energia tramite un motore a scoppio (cogeneratore). Anche in questo caso il flusso di energia (potenziale) fluisce senza l’intervento umano, dal liquame depositato in una vasca adiacente all’allevamento fino alla produzione di energia elettrica e calore.