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I ruolo dei combustibili fossili nello sviluppo dell’Umanità

L’uso del carbone, del petrolio e del gas da parte dell’umanità è una cosa meravigliosa. Pensiero contro-corrente

COMBUSTIBILE FOSSILE. Non ci sono due parole che evocano maggior disgusto nel 21° secolo. Gli attivisti ecologisti parlano di combustibili fossili con gli stessi toni paurosi e diffamatori che i cristiani medievali usarono quando parlavano delle streghe e di Belzebù. ‘Tienili nel terreno!’, gridano gli ambientalisti, convinti che l’estrazione di carbone, petrolio e gas e la combustione di questi combustibili abbia spinto il nostro pianeta in un inferno dantesco.  L’equazione è assai semplice, o, per meglio dire, sempliciotta: combustibili fossili = + CO2 nell’aria = fine (certa) dell’Umanità tra pochi anni. “Non c’è più tempo” gridano con coro unanime quelli del culto della morte di Extinction Rebellion. Questi fossili dissotterrati stanno “alimentando l’apocalisse”, incalzano gli accademici .

L’incessante demonizzazione dei combustibili fossili ha raggiunto oramai i vertici della vita politica. Quale politico oggi si azzarderebbe a sostenere l’utilità del petrolio, o del carbone, o a negare il presunto devastante cambiamento climatico? Subito sarebbe tacciato di “negazionista”, e non per dire o esagerare, ma sarebbe additato come una persona peggiore di Hitler!
E così, i grandi della Terra hanno trascorso le ultime due settimane alla COP26 chiedendosi ad alta voce quando i combustibili fossili potrebbero essere gradualmente eliminati. La bozza di testo dell’accordo COP26 contiene, nelle parole della CNN , “un linguaggio senza precedenti sui combustibili fossili”. Richiede un’accelerazione dell’ “eliminazione graduale dell’energia dal carbone senza sosta e dei sussidi per i combustibili fossili”. Ovviamente anche queste promesse di distruzione dei fossili non sono sufficienti per gli eco-doomster che oggi dominano gran parte della discussione politica e mediatica, convinti che l’esposizione dell’umanità alla malvagia melma nera del petrolio e del carbone sia stata un disastro assoluto per il pianeta. Vogliono una drastica riduzione dell’uso di combustibili fossili ora. “Abbiamo bisogno di tagli urgenti e profondi delle emissioni già in questo decennio”, afferma Caroline Lucas del Partito dei Verdi del Regno Unito.

L’odio per i combustibili fossili unisce persone di tutto lo spettro politico. Boris Johnson, un tempo scettico sul problema del clima, è oggi indistinguibile dalla profetessa di sventura dell’ambientalismo, Greta Thunberg. Entrambi hanno usato le loro piattaforme web durante o intorno alla COP26 per fino per demonizzare la rivoluzione industriale britannica, che ovviamente fu alimentata dal carbone. E’ da quel periodo che iniziò il conto alla rovescia del “giorno del giudizio”, ha affermato follemente Boris . Sia i capitalisti che gli anticapitalisti si oppongono ai combustibili fossili. Due discendenti delle dinastie capitaliste Rockefeller e Getty hanno scritto un pezzo per il Guardian alla vigilia della COP26 dal titolo: ‘I combustibili fossili hanno arricchito le nostre famiglie. Ora vogliamo che questo settore finisca.’ Ovunque ci si giri, i combustibili fossili sono caduti in disgrazia. A quanto pare, sono la fonte di tutti i guai dell’Umanità. Dobbiamo tenerli sepolti, nelle viscere della Terra, per sempre.

I combustibili fossili ci hanno regalato la ricchezza, il comfort e le libertà

C’è solo un problema con questo assalto iperbolico ai combustibili fossili: è tutto sbagliato. Se non fosse per la liberazione da parte dell’umanità dell’antica luce solare intrappolata nel carbone, o per la combustione del petrolio, che è maturato dalle reazioni chimiche nei mari dell’era preistorica, la modernità come la conosciamo semplicemente non esisterebbe. I combustibili fossili ci hanno regalato la ricchezza, il comfort e la libertà, di cui godiamo in Occidente, e sta accadendo lo stesso in questo momento anche per i Paesi emergenti, come Cina, India e Brasile. Dobbiamo capovolgere completamente la narrativa sui combustibili fossili. Non dovrebbero essere demonizzati; dovrebbero essere, al contrario, celebrati per aver contribuito a migliorare radicalmente l’esistenza umana.

“Mantenere i combustibili fossili nel sottosuolo” è incredibilmente ottuso, antistorico e irrealistico. Piaccia o no, i combustibili fossili forniscono la stragrande maggioranza dell’energia mondiale . La maggior parte di tutto il calore, l’elettricità e il carburante di cui l’Umanità ha bisogno per allontanare il freddo, creare luce, produrre cibo, fabbricare e alimentare macchine, trasportare beni ed elementi essenziali, alimentare ospedali e perfino proteggerci proprio dai capricci e dalle malattie della natura, Madre Terra, ma anche matrigna…. Secondo la Revisione statistica 2020 dell’energia mondiale , non meno dell’84 per cento dell’energia globale proviene dai combustibili fossili. Questi sono i dati:

il petrolio fornisce il 33% dell’energia mondiale, il carbone il 27% e il gas il 24%.

C’è qualcosa di veramente bizzarro, se non addirittura perverso, in un mondo, nel quale siamo educati sin dall’età scolastica e istruiti dalla classe politica e dai media a provare paura e odio per i combustibili, pur essendo questi alla base di quasi ogni aspetto della nostra vita. I combustibili tanto odiati danno energia alla produzione, al consumo, ai viaggi, alla salute.

“Le proposte climatiche degli ambientalisti climatisti porterebbero esattamente al tipo di scenario apocalittico che sostengono stia causando il cambiamento climatico”

Vale la pena considerare quanto psicotica sia la domanda di Net Zero, in un mondo nel quale l’84 per cento della nostra energia proviene da combustibili fossili. La riduzione “profonda e frettolosa” dell’uso di combustibili fossili, che i verdi sognano, sarebbe, se mai si realizzasse, la vera calamità per l’Umanità. Farebbe molto di più per provocare le condizioni aride e impoverite delle loro fantasie apocalittiche di quanto potrebbero mai fare le emissioni di carbonio. Come afferma Alex Epstein , autore del brillante libro The Moral Case for Fossil Fuels : “Le proposte climatiche degli ambientalisti climatisti porterebbero esattamente al tipo di scenario apocalittico che sostengono stia causando il cambiamento climatico”. Il cambiamento climatico è un problema, ma “di media grandezza”, come lo descrive Bjorn Lomborg. C’è sempre stato e non minaccia nulla di così orrendo, come invece farebbe un’improvvisa riduzione dell’uso dei combustibili fossili. Inoltre, mantenere i combustibili fossili nel sottosuolo bloccherebbe la crescita nei Paesi emergenti, farebbe precipitare milioni di persone nella povertà, da cui sono stati liberati solo di recente ( grazie alla combustione di combustibili fossili ) e creerebbe un pernicioso precedente, secondo il quale la presunta protezione della natura dalle emissioni di carbonio avrebbe più importanza che la liberazione degli esseri umani dalla fatica. I progressisti dovrebbero temere l’ideologia di Net Zero molto più che bruciare carbone e petrolio.

Ad essere onesti, i combustibili hanno reso la vita migliore di quanto non sia mai stata nella storia umana. La rivoluzione industriale alimentata dal carbone ha trascinato l’Umanità dalla vecchia era in una nuova mai accaduta prima. L’aspettativa di vita è aumentata, le rese agricole si sono decuplicate, la salute è notevolmente migliorata, sono state fatte nuove scoperte, sono sorte le città, sono stati garantiti i diritti dei lavoratori ed è nata la democrazia. Come sottolinea Epstein, più combustibili fossili l’umanità ha bruciato, meno ” morti legate al clima “‘ ci sono stati. Pensa un po’! Nell’ultimo secolo le emissioni di CO2 sono aumentate inesorabilmente (dallo 0,03 allo 0,04%….), ma i decessi legati al clima, ovvero i decessi dovuti a tempeste, inondazioni, siccità e incendi, sono diminuiti in modo spettacolare , da circa mezzo milione ogni anno a solo 14.000 nel 2020.

In breve, bruciare combustibili fossili ha aiutato a proteggerci dagli eventi climatici e dal “tempo di distruzione di massa”. Un po’ di storia non fa mai male. Proprio nel periodo a cui ci si riferisce come clima normale e naturale, cioè metà del 19° secolo, in Europa accadeva:

Milioni di morti, qui in Europa. Come può essere? Com’è possibile che la combustione di combustibili fossili, che ci viene costantemente detto starebbe causando una catastrofe climatica e indicibili sofferenze umane, ha coinciso con il rischio più basso di sempre di morire per un evento meteorologico disastroso? Perché, contrariamente alla fossil-fobia dei verdi occidentali, contrariamente ai pregiudizi anti-produzione e anti-consumo delle eco-élite, l’uso negli ultimi due secoli di petrolio, gas e carbone da parte dell’Umanità non è stato affatto folle, avido, distruttivo. Non si tratta solo di guidare SUV, prendere voli economici e mangiare quanti più hamburger possibile (anche se non c’è niente di sbagliato in tutto questo). Piuttosto, è un processo che ha dato vita a un mondo di macchine e tecnologie, che aiutano a proteggere l’umanità dalla fame, dalle malattie e proprio dalle tragedie climatiche, che hanno sempre devastato la nostra specie prima dell’era moderna. La verità è che ci troveremmo di fronte a condizioni ambientali e di vita molto peggiori se…non avessimo usato tanto combustibile fossile.

Che poi, pensiamo alla Cina e all’India di oggi. Gli occidentali schizzinosi, crogiolandosi nei guadagni e nelle comodità dell’industrializzazione, di cui le loro stesse nazioni hanno goduto da due secoli, guardano ora alla Cina e all’India come incubi cupi e neri. A livello globale, l’uso di combustibili fossili è aumentato enormemente dal 1980. Tra il 1980 e il 2012 l’uso mondiale di combustibili fossili è aumentato dell’80% . E molto di questo è dovuto all’ascesa di Cina, India e altri paesi come potenze industriali emergenti. Queste nazioni continuano a rappresentare gran parte della crescita del consumo di combustibili fossili. La revisione statistica del 2020 dell’energia mondiale rileva che la Cina era stata responsabile di ben tre quarti della crescita dei consumi energetici nell’anno precedente, seguita da India e Indonesia. La Cina è anche un attore di primo piano nella crescente domanda di petrolio. Qual è stato l’impatto di tutto questo uso di combustibili fossili in questi paesi? Un disastro? Nulla di tutto ciò.

I combustibili fossili hanno alimentato la crescita economica e l’industrializzazione, portando più posti di lavoro e salari più alti, favorendo vite più lunghe e più sane

In Cina e in India, proprio come nei Paesi occidentali in passato, l’enorme aumento del consumo di combustibili fossili ha coinciso, guarda caso, con una massiccia crescita dell’aspettativa di vita. Nessuna coincidenza però, ne è proprio la causa. Come sottolinea Epstein , l’uso dei combustibili fossili ha davvero iniziato a decollare in Cina e in India dopo il 1970, per poi aumentare enormemente dal 1990 in poi, in particolare in Cina. Nel medesimo periodo l’ aspettativa di vita in Cina è passato da meno di 65 anni nel 1970 a circa 75 nel 2010 (ora è più vicino a 77), e da circa 50 a 65 in India (ora è quasi 70 in India). Pure il reddito è aumentato esponenzialmente, sia in Cina, che in India. I combustibili fossili hanno alimentato la crescita economica e l’industrializzazione, portando più posti di lavoro e salari più alti, favorendo vite più lunghe e più sane. Se mantenessimo i combustibili fossili “sottoterra”, come insistono i rumorosi mercanti di sventura verde, la vita in Cina e in India sarebbe molto più grama di quanto non sia attualmente.

Ma non esauriremo le riserve di combustibili fossili? Questo è un altro argomento favorito della lobby eco-doom, anche se, in particolare, se ne sente parlare meno in questi giorni rispetto al passato. Il che non è sorprendente, perché questa visione distopica dell’Umanità a corto di carburante è stata costruita su una scienza altamente discutibile. Peak Oil, Peak Coal, Peak Gas: circa 30 anni fa queste paure millenarie erano diffuse nella società. Tuttavia, come afferma Michael Lynch della Energy Policy Research Foundation, “tutte le preoccupazioni sul picco del petrolio erano basate sulla disinformazione o sulla scienza spazzatura”. Nel 2013, il Consiglio Mondiale dell’Energia ha segnalato una ‘abbondanza’ di risorse energetiche. “Oggi nel mondo c’è una maggiore abbondanza di risorse energetiche che in qualsiasi altro periodo della storia umana”, ha affermato il Consiglio.

Quindi i combustibili fossili non si stanno esaurendo, il loro uso ha portato a un minor numero di morti legate al clima e hanno contribuito ad alimentare una radicale trasformazione dell’aspettativa di vita, degli standard di vita, della salute e della conoscenza dell’umanità. Allora perché li odiamo? Bruciandoli si emette carbonio, il quale, in barba a quanto dimostrato dalla “fotosintesi clorofilliana” è essenziale per la vita stessa sulla Terra. Ma ecco il punto: lo stesso mondo che ha contribuito a creare i combustibili fossili. è un mondo in cui abbiamo sempre più risorse da dedicare ad alleviare l’eventuale impatto delle emissioni di carbonio ed a risolvere i problemi dell’inquinamento. Più un Paese diventa ricco, più può permettersi di concentrarsi sulla pulizia del suo ambiente naturale e sul far uscire la sua popolazione dalla povertà.

Grazie all’uso dei combustibili fossili la Terra è diventata più verde

L’ostilità verso i combustibili fossili sembra essere sempre più guidata dalla misantropia piuttosto che dalla ragione; da un sentimento elitario di repulsione per le conquiste della modernità, piuttosto che da una valutazione razionale degli indubbi problemi che l’umanità deve ancora affrontare. A mio avviso, il nostro scoprire le meraviglie a lungo nascoste dei combustibili fossili, e l’uso di questa grande energia per rinnovare il mondo, è stata la cosa più importante che l’Umanità abbia fatto finora. Consideriamo il carbone, il combustibile fossile più temuto. Fu circa mille anni fa che le persone iniziarono ad attingere a questa risorsa, usandola per riscaldare le case. Questo ha significato che era necessario abbattere meno foreste e creare più terreni coltivati. Ed infatti, chissà come mai la Terra da decenni si sta letteralmente inverdendo, riforestando e sono ricomparse tante specie animali che si erano allontanate da decenni dalle nostre lande?

Come ha sostenuto Epstein , l’intero dibattito sull’energia nel 21° secolo è tutto sbagliato. “Come possiamo ridurre l’uso di combustibili fossili ?”, si chiedono attivisti e politici, quando ciò che dovrebbero chiedersi invece è: “Come possiamo creare una tale abbondanza di energia, in modo che ogni essere umano possa godere di comfort, salute e felicità ?” Abbiamo bisogno di una visione del futuro incentrata sull’Uomo, una moralità incentrata sull’Uomo, non le paure e l’isteria premoderna e adoratrici della natura dell’ambientalismo contemporaneo. Il giorno in cui i combustibili fossili andranno esaurendosi, dovremo mettere in campo nuove fonti energetiche ancora più formattanti, che ad oggi in parte ci sono (nucleare, green energy, idrogeno), ma che dovranno essere rese meno costose. Fino ad allora, il consumo di combustibili fossili non dovrebbe essere demonizzato e certamente non dovrebbe essere fermato. No, dovrebbe essere incoraggiato, dovrebbe essere acclamato e dovrebbe essere celebrato come la meraviglia moderna, quale in effetti è.

Brendan O’Neill è scrittore politico capo e conduttore del Spiked podcast.

Liberamente tradotto da Fausto Cavalli

Agronomo esperto di agricoltura, energie rinnovabili, economia e politica