A Brescia si muore di mal d’aria

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività”.  L’ordinamento giuridico conferisce all’Amministrazione locale ed in particolare al Sindaco, compiti d’intervento di tutela della salute pubblica e della salubrità dell’ambiente; quindi egli risulta il “garante” della salute dei cittadini . Così almeno dovrebbe essere, purtroppo parrebbe non a Brescia. La conferma di questa responsabilità dimenticata viene dai recenti richiami espressi dall’Unione Europea al Governo italiano, proprio in merito alla qualità dell’aria gravante sulla Pianura Padana, una vera e doverosa bacchettata per non aver intrapreso misure significative per ridurre l’inquinamento da particolato (polveri sottili PM10 e PM2,5 e ultrasottili <1 µm). Il D. Lgs 155/2010 fissa al riguardo un limite massimo di concentrazione giornaliero delle PM10 nell’aria pari a 50 microgrammi per metro cubo (µg/m³) per non più di 35 giorni all’anno, con una media annua di non oltre 40 µg/m³. Ma come sta l’aria bresciana? Pare non molto bene, anzi è ammalata cronica.