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I benefici per la salute dell’allevamento a erba GrassFed

I consumatori sono stati indotti a credere che la carne è carne. In altre parole, non importa come un animale viene alimentato, il valore nutrizionale dei suoi prodotti rimane lo stesso. Questo non è vero, infatti la dieta di un animale può avere una profonda influenza sul contenuto nutritivo dei suoi prodotti. Per i prodotti di origine animale la differenza tra la dieta a grano e quella ad erba è notevole. Infatti risulta che i prodotti di animali allevati con dieta ad erba denominati Grassfed, tendono ad avere un tenore in grassi totali di gran lunga inferiore rispetto ai prodotti da animali allevati a grano, Grainfed. Ad esempio, una bistecca di manzo Grassfed ha un contenuto di circa dalla metà a un terzo della quantità di grasso a parità di taglio di carne rispetto ad un manzo Grainfed. In realtà la carne GrassFed possiede circa la stessa quantità di grasso come quella di pollo o di cervi selvatici.[1] Quando la carne è così magra tende ad abbassare i livelli di colesterolo LDL. [2]total fat

Il grasso sviluppa 9 calorie per grammo, rispetto a solo 4 calorie per le proteine e i carboidrati. Pertanto maggiore è il contenuto di grasso, maggiore è la quantità di calorie assunte nell’alimentazione. Secondo questo principio quindi una bistecca di 170 grammi di manzo allevato a erba ha quasi 100 calorie in meno rispetto alla stessa bistecca proveniente da un manzo Grainfed. Considerando un’alimentazione caratterizzata da una quantità media di carne di manzo, il passaggio alla carne Grassfed comporta una riduzione su base annua di 17.733 calorie, senza che questo richieda alcuna forza di volontà o di cambiamento delle abitudini alimentari. Se tutti gli americani mangiassero carne GrassFed, l’epidemia nazionale di obesità si avvierebbe ad una sicura riduzione.

La carne GrassFed è caratterizzata da un basso contenuto di grassi “cattivi” (grassi saturi) e contiene inoltre da due a sei volte in più di un tipo di grasso “buono” chiamato “omega-3.” Gli acidi grassi Omega-3 svolgono un ruolo fondamentale in ogni cellula, oltre che complessivamente in molte le funzionalità del corpo. Risulta che coloro che assumono nella loro dieta grandi quantità di omega-3 hanno minori probabilità di soffrire di pressione alta o di problemi cardiaci, con il 50 per cento in meno di probabilità di avere un attacco di cuore. [3] Gli Omega-3 sono essenziali anche per la funzionalità del cervello. Le persone alimentate con una dieta ricca di omega-3 hanno meno probabilità di essere afflitte da depressione, schizofrenia, disturbo da deficit di attenzione (iperattività), o morbo di Alzheimer. [4] In studi condotti su animali, questi acidi grassi essenziali hanno rallentato la crescita di una vasta gamma di tumori.[5] Anche se la ricerca umana è ancora all’inizio, i ricercatori hanno dimostrato che gli omega-3 possono rallentare o addirittura invertire la perdita di peso che accompagna il cancro in fase avanzata [6], o accelerare il recupero dopo un intervento chirurgico per la rimozione di un tumore. [7] Inoltre, studi su animali suggeriscono che i soggetti colpiti da neoplasia, ma che hanno alti livelli di omega-3 nei loro tessuti, possono rispondere meglio alla chemioterapia rispetto alle persone con basso livello.[8] Gli omega-3 sono presenti con maggiore abbondanza in frutti di mare e in alcuni frutti a guscio, in alcuni semi, come il lino, ma si trovano anche nei prodotti da animali allevati ad erba (carne, latte, uova). La ragione per cui gli animali GrassFed hanno più omega-3 rispetto agli animali Grainfed è che gli omega-3 si formano nelle foglie verdi (in particolare nei cloroplasti) delle piante. Il sessanta per cento del tenore di grassi da erba è un tipo di acido grasso omega-3 chiamato alfa-linolenico. Quando ai bovini viene eliminata l’erba e somministrata una dieta a base di cereali con il fine di una maggiore velocità d’ingrassamento, perdono rapidamente il loro prezioso contenuto di omega-3 alfa-linoleico, così come altri due tipi di acidi grassi omega-3, EPA e DHA. [9] Il grafico sottostante illustra questo rapido declino.

omega 3
Quando i polli sono allevati in capannoni e privati di erba, il contenuto di omega-3 nella carne e nelle uova diminuisce.[10] Le uova provenienti da galline che pascolano liberamente su erba possono contenere fino a 20 volte in più di omega-3 rispetto alle uova da galline allevate in modo industriale. Il cambiamento nella dieta del bestiame, che da naturale al pascolo con erba è passato ad un’alimentazione caratterizzata da grandi quantità di grano è la causa principale per cui la nostra dieta moderna è carente in questi grassi essenziali. E’ stato stimato che solo il 40% degli americani assumono nell’alimentazione una quantità sufficiente di questi nutrienti, mentre il 20% ha livelli così bassi che non possono essere nemmeno rilevati. [11] Il passaggio a prodotti di origine animale GrassFed è un modo per ripristinare questi nutrienti essenziali nella dieta.

La carne e il latte di ruminanti GrassFed sono la fonte conosciuta più ricca di un altro tipo di grasso buono chiamato “acido linoleico coniugato” o CLA. Quando i ruminanti sono allevati al pascolo, il latte e la carne contengono fino a cinque volte di più CLA rispetto ai prodotti provenienti da animali alimentati con diete convenzionali. [12] Il CLA risulta essere una delle nostre difese più potenti contro l’insorgenza del cancro.

Negli animali da laboratorio, somministrando una percentuale molto piccola di CLA (0,1% del totale delle calorie) ha comportato una riduzione significativa di tumore.[13]  Tilak Dhiman ricercatore presso Utah State University stima che è possibile ridurre il rischio dell’insorgenza di cancro semplicemente mangiando ogni giorno i seguenti alimenti di origine Grassfed: un bicchiere di latte intero, 30 grammi di formaggio e una porzione di carne. Per ottenere lo stesso livello di protezione si dovrebbe mangiare cinque volte quella quantità di carne e latticini provenienti da allevamenti convenzionali di tipo Grainfed.

In uno studio finlandese, le donne che avevano i più alti livelli di CLA nella loro dieta, avevano un rischio d’insorgenza di neoplasie al seno del 60 per cento inferiore rispetto a quelle in cui sono stati rilevati i più bassi livelli di CLA. Il passaggio da Grainfed a carne e latticini GrassFed pone le donne in questa categoria di rischio più basso. [14] Inoltre le carni di tipo GrassFed hanno un contenuto maggiore di vitamina E, oltre che di omega-3 e CLA. Il grafico sottostante mostra i livelli di vitamina E nella carne da: 1) i bovini da allevamenti convenzionali, 2) bovini da allevamenti convenzionali a cui sono state somministrate alte dosi di vitamina E sintetica (1.000 UI al giorno), 3) bovini allevati esclusivamente al pascolo. La carne del bestiame al pascolo risulta possedere un tenore quattro volte superiore di vitamina E rispetto alla carne proveniente da bestiame allevato in maniera convenzionale e, curiosamente, quasi il doppio rispetto a quello della carne da allevamento convenzionale a cui è stato somministrato un supplemento di vitamina E. [15] Negli esseri umani la vitamina E è collegata con un minor rischio d’insorgenza di malattie cardiache, oltre che del cancro. Questo potente antiossidante può anche avere proprietà anti-invecchiamento. La maggior parte degli americani sono carenti di vitamina E.vitamina E

 

 

 

 

 

 

 

 

Autore: Jo Johnson

Traduzione Fausto cavalli

Articolo originale in http://www.americangrassfedbeef.com/grass-fed-natural-beef.asp

Riferimenti

  1. Fukumoto, G. K., Y.S. Kim, D. Oduda, H. Ako (1995). “Chemical composition and shear force requirement of loin eye muscle of young, forage-fed steers.” Research Extension Series 161: 1-5. Koizumi, I., Y. Suzuki, et al. (1991). “Studies on the fatty acid composition of intramuscular lipids of cattle, pigs and birds.” J Nutr Sci Vitaminol (Tokyo) 37(6): 545-54.
  2. Davidson, M. H., D. Hunninghake, et al. (1999). “Comparison of the effects of lean red meat vs lean white meat on serum lipid levels among free-living persons with hypercholesterolemia: a long-term, randomized clinical trial.” Arch Intern Med 159(12): 1331-8. The conclusion of this study: “… diets containing primarily lean red meat or lean white meat produced similar reductions in LDL cholesterol and elevations in HDL cholesterol, which were maintained throughout the 36 weeks of treatment.”
  3. Siscovick, D. S., T. E. Raghunathan, et al. (1995). “Dietary Intake and Cell Membrane Levels of Long-Chain n-3 Polyunsaturated Fatty Acids and the Risk of Primary Cardiac Arrest.” JAMA 274(17): 1363-1367.
  4. Simopolous, A. P. and Jo Robinson (1999). The Omega Diet. New York, HarperCollins. My previous book, a collaboration with Dr. Artemis P. Simopoulos, devotes an entire chapter to the vital role that omega-3s play in brain function.
  5. Rose, D. P., J. M. Connolly, et al. (1995). “Influence of Diets Containing Eicosapentaenoic or Docasahexaenoic Acid on Growth and Metastasis of Breast Cancer Cells in Nude Mice.” Journal of the National Cancer Institute 87(8): 587-92.
  6. Tisdale, M. J. (1999). “Wasting in cancer.” J Nutr 129(1S Suppl): 243S-246S.
  7. Tashiro, T., H. Yamamori, et al. (1998). “n-3 versus n-6 polyunsaturated fatty acids in critical illness.” Nutrition 14(6): 551-3.
  8. Bougnoux, P., E. Germain, et al. (1999). “Cytotoxic drugs efficacy correlates with adipose tissue docosahexaenoic acid level in locally advanced breast carcinoma [In Process Citation].” Br J Cancer 79(11-12): 1765-9.
  9. Duckett, S. K., D. G. Wagner, et al. (1993). “Effects of time on feed on beef nutrient composition.” J Anim Sci 71(8): 2079-88.
  10. Lopez-Bote, C. J., R.Sanz Arias, A.I. Rey, A. Castano, B. Isabel, J. Thos (1998). “Effect of free-range feeding on omega-3 fatty acids and alpha-tocopherol content and oxidative stability of eggs.” Animal Feed Science and Technology 72: 33-40.
  11. Dolecek, T. A. and G. Grandits (1991). “Dietary Polyunsaturated Fatty Acids and Mortality in the Multiple Risk Factor Intervention Trial (MRFIT).” World Rev Nutr Diet 66: 205-16.
  12. Dhiman, T. R., G. R. Anand, et al. (1999). “Conjugated linoleic acid content of milk from cows fed different diets.” J Dairy Sci 82(10): 2146-56. Interestingly, when the pasture was machine-harvested and then fed to the animals as hay, the cows produced far less CLA than when they were grazing on that pasture, even though the hay was made from the very same grass. The fat that the animals use to produce CLA is oxidized during the wilting, drying process. For maximum CLA, animals need to be grazing living pasture.
  13. Ip, C, J.A. Scimeca, et al. (1994) “Conjugated linoleic acid. A powerful anti-carcinogen from animal fat sources.” p. 1053. Cancer 74(3 suppl):1050-4.
  14. Aro, A., S. Mannisto, I. Salminen, M. L. Ovaskainen, V. Kataja, and M. Uusitupa. “Inverse Association between Dietary and Serum Conjugated Linoleic Acid and Risk of Breast Cancer in Postmenopausal Women.” Nutr Cancer 38, no. 2 (2000): 151-7.
  15. Smith, G.C. “Dietary supplementation of vitamin E to cattle to improve shelf life and case life of beef for domestic and international markets.” Colorado State University, Fort Collins, Colorado 80523-1171.

Agronomo esperto di agricoltura, energie rinnovabili, economia e politica