Reddito di Base Universale, altro che Austerità!

I danni sociali ed economici conseguenti alla pandemia da COVID-19  manifestano l’insostenibilità del sistema economico in cui viviamo. La sostanza dell’attuale stallo verificatosi nelle istituzioni europee, consiste in due diverse prospettive che riguardano il futuro dei principi economici europei. Da una parte ci sono le richieste di una decina di Paesi, tra cui l’italia, che vorrebbero combattere la crisi con il sostegno economico da parte dello Stato direttamente ai cittadini. Dall’altra ci sono Paesi come la Germania, che sono legati al mito neoliberista dell’austerità, quale  strumento di governo dell’economia, che vede nel libero mercato la garanzia della realizzazione economica delle persone. Tuttavia è’ facile immaginare che nell’immediato futuro, senza ampi interventi di sostegno all’economia si amplierà di molto la povertà e la disuguaglianza economica e sociale. Questo però, può essere anche il momento storico nel quale cercare d’immaginare nuove soluzioni e di cambiare la prospettiva, provando ad immaginare un diverso sistema economico, che vada proprio nella direzione opposta. Il Reddito di Base Universale (RBU o Basic Income) è un’entrata pagata dallo Stato ad ogni residente, indipendentemente dalle sue risorse, dalla sua situazione famigliare, lavorativa, o dalla sua disponibilità al lavoro. A differenza o, per meglio dire, un passo oltre il concetto del reddito di cittadinanza, è un reddito pagato in anticipo, senza chiedere se sei povero o ricco, senza dover dare qualcosa in cambio. E’ un’assegnazione incondizionata di denaro a tutte le persone per il solo fatto di essere nate.

Cosa farebbe Roosevelt?

Il governo degli Stati Uniti dovrebbe fare tutto il possibile per mitigare le ricadute economiche di COVID-19, non solo erogando denaro a tutte le famiglie, ma anche introducendo misure che garantiscono un lavoro federale e molte altre politiche attese da tempo. Dopotutto, per un governo autofinanziato, il denaro non è un oggetto.

NEW YORK – La ricaduta della pandemia di coronavirus non sarà nulla di simile a quella della crisi finanziaria del 2008, né si otterrà una ripresa a forma di V attraverso lo stimolo convenzionale, nemmeno con uno stimolo convenzionale davvero massiccio. Siamo in guerra con COVID-19 e, in tempo di guerra, la produzione civile si ferma e l’unico lavoro necessario è lo sforzo bellico stesso.

Fiscal Compact e TTIP: l’atto finale per rendere irreversibili le cessioni delle Sovranità europee

Le istituzioni europee, o, meglio, una oligarchia autoreferenziale non eletta da nessuno e pertanto in contrasto con i più elementari principi di democrazia, stanno sempre più attivando meccanismi automatici, col fine apparente di puntellare l’insostenibilità dell’euro. Ciò determina sempre più l’espropriazione delle rispettive Sovranità degli Stati membri, sia in termini di politica economica, ma anche delle stesse identità dei rispettivi Paesi. La costruzione monetaria europea ha dimostrato negli anni l’impossibilità di supportare le differenze fra le economie dei Paesi membri. L’adeguamento a un modello economico, i cui dogmi sono sintetizzati nella stabilità dei prezzi, nell’ossessivo contenimento dell’inflazione, nel rigore dei conti e nel pareggio di bilancio come presupposto per la crescita, hanno fatto letteralmente sprofondare le economie continentali in una crisi economica paragonabile solo a quella del ’29. La realtà è che l’euro non è una moneta sovrana, ma un accordo di cambi fissi, regolato da stretti vincoli macroeconomici sanciti dai Trattati, senza quindi uno Stato sottostante che ne determini i normali e logici aggiustamenti congiunturali. Ne consegue che l’euro è l’unica moneta mondiale alla cui rigidità deve adeguarsi l’economia reale e non viceversa, come dovrebbe logicamente essere.