Latte crudo: una bontà che fa paura

La campagna di disinformazione contro il latte crudo.
Ricordate l’ultima puntata di Anno zero di Santoro, quella in cui si sono messe in luce le scomode verità del latte e dei formaggi industriali ai danni di un modo contadino destinato a sparire. Nessuno ha parlato del latte crudo, eppure pareva che aleggiasse ovunque e potesse spuntare fuori in ogni discorso, come esempio di virtù, di salubrità e di bontà. Il nome latte crudo probabilmente è stato evitato di proposito, proprio perché consci delle potenziali e inevitabili ritorsioni, che nonostante tutto non si sono fatte poi attendere. Dall’Ansa, quella che si vanta essere la principale agenzia di stampa nazionale, dove “affidabilità, completezza e indipendenza sono da sempre e ancora oggi i valori ”, uno si aspetta delle notizie imparziali, oggettive, fino a mai scarne, ma sicure. Ebbene leggete cosa hanno scritto: “Mozzarelle blu: si indaga su latte crudo”. Ora, cosa c’entra il latte crudo con la questione delle mozzarelle che si tingono di blu, questo sembrerebbe un mistero e quelli dell’Ansa dovrebbero avere la bontà di chiarirlo. La campagna 2010 contro il latte crudo coinvolge attivamente anche La Stampa di Torino, che rincara la dose, titolando: “Dopo le mozzarelle il latte crudo”. Si tira in ballo un magistrato, Raffaele Guariniello, il quale, il condizionale è d’obbligo, vista la totale inaffidabilità delle fonti, avrebbe aperto un filone d’indagine sul latte crudo, perché sarebbe stato trovato un batterio nel latte venduto da un singolo distributore in provincia di Torino. Notizia fresca, anzi così fresca, che…è vecchia Continue Reading…

La nuova agricoltura dei Mercati del Contadino

Il contadino era colui che, storicamente, viveva nel «contado» e si dedicava a lavorare la terra, in contrapposizione al termine cittadino. Ben prima che fossero inventati supermercati e grandi centri commerciali esistevano i mercati contadini, dove si commerciavano i prodotti agroalimentari ed artigianali provenienti dalle campagne circostanti alla città. A Brescia, ad esempio, erano famosi il Mercato dei Grani in piazza Arnaldo e il Mercato delle Erbe nell’omonima piazza. Con la proposta dei Mercati del Contadino terre bresciane abbiamo voluto recuperare in un modo semplice questa antica e saggia tradizione: chi lavora la terra e produce cibo deve poter ritornare protagonista della filiera. Proporre i propri prodotti al mercato è il modo più semplice per incontrare i cittadini, in modo diretto, aggirando le maglie rapaci della grande distribuzione e costruendo una rete di scambio alternativa. In questo modo si rivoluziona anche il sistema della formazione dei prezzi, rifiutando da un lato quelli da fame pagati agli agricoltori dall’industria di trasformazione e dall’altro evitando l’appiattimento della qualità e della varietà dei prodotti imposto ai consumatori da parte della grande distribuzione.

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